domenica 11 settembre 2016

Le fratture della mano nel pugilato



La mano, nel pugilato, viene sottoposta a tutta una serie di sollecitazioni sia nell'offesa che nella difesa. Viene dunque spontaneo che questa parte del corpo è una delle più interessate nella casistica delle lesioni per questo sport.

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Le ossa della mano


Nel pugno, la superficie che colpisce deve essere costituita dalle teste dei quattro ultimi metacarpi e dalle falangi basali, flesse in modo da formare un angolo di 90 gradi con il piano del dorso.  La posizione del pollice è di adduzione del metacarpo, lieve flessione della prima falange sul metacarpo, flessione ad angolo retto della seconda falange sulla prima. La posizione del polso deve essere sempre intermedia tra flessione ed estensione per formare una linea retta con le ossa metacarpali.



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Un perfetto destro di Gennady Golovkin

Le fratture del carpo

Le ossa carpali funzionano da cerniera per i movimenti del polso e della mano, ma anche da ammortizzatori di forze traumatiche sulla mano e sull'avambraccio. La forza dell'impatto viene infatti trasmessa alle ossa dell'avambraccio attraverso le ossa del carpo. Lo scafoide in particolare, incastrato tra la testa del capitato e la superfice articolare del radio, assorbe la maggior parte della forza viva traumatica.
La sintomatologia in queste fratture, è caratterizzata da dolore vivo, diminuita articolarità del polso e della funzione prensile delle dita.
Le cause possono essere molteplici, classico è il un pugno dato con deviazione radiale, ma anche da traumi cronici, e da colpi diretti al polso
In base alla gravità della frattura, la terapia può essere fatta con ingessatura da tenere 4-12 settimane, mentre in alcuni casi occorre ricorrere alla terapia chirurgica.

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Frattura dello scafoide

Frattura della base del primo metacarpo

E' la più frequente e si verifica per meccanismo indiretto, di iperflessione e adduzione, in quanto il colpo è portato in maniera irregolare, quindi non con le teste degli ultimi quattro metacarpi ma dal primo metacarpo il quale viene forzato in adduzione e flessione, fratturandosi nella sua parte meno mobile, e cioè la sua base. Tra i pugili, i cosiddetti "picchiatori" sono i più inclini ad avere tale problematica, in quanto colpiscono violentemente, con un improvviso slancio verso l'avanti e verso l'interno del braccio teso sulla linea orizzontale.
In base alla localizzazione si suddividono in extra articolari ed intra articolari, in cui troviamo la famosa frattura di Bennett.
La sintomatologia è caratterizzata dalla tumefazione alla base del metacarpo, con spesso l'interessamento bel bordo radiale della mano, con la formazione, a distanza di qualche giorno, di ecchimosi. La mobilità del pollice è limitata e dolorosa. Alla palpazione presenta dolore vivo.
La terapia consiste nell'immobilizzazione per 4-5 settimane, ma più spesso viene adottata la terapia chirurgica.

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Frattura di Bennett

Fratture distali dei metacarpi

In queste il più colpito è il secondo metacarpo. Il frammento distale (e quindi la testa del metacarpo) si inginocchia, per cui scompare la nocca del dito quando la mano è chiusa a pugno. Si verifica per iperflessione della falange prossimale del dito. In tale situazione la superficie di impatto non è più costituita dalla testa del metacarpo corrispondente, bensì dall'apice della falange, che viene sottoposta ad una violenta iperflessione, che ne determina a sua volta la frattura.
La sintomatologia è caratteristica: tumefazione diffusa in sede metacarpo-falangea, scomparsa della nocca corrispondente, dolore vivo al movimento del dito interessato.
La terapia consiste con la immobilizzazione in trazione continua nella posizione funzionale del dito. E' importante non sottovalutare tali fratture, in quanto possono essere causa di notevoli disturbi funzionali tardivi quale esito di mancata immobilizzazione o insufficiente riduzione. Nei casi gravi è necessaria la terapia chirurgica.

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Fratture metacarpali

Altri tipi di fratture, meno frequenti, sono la frattura basale dei metacarpi, le fratture diafisarie e delle falangi. Tra le lesioni di natura microtraumatica possiamo citare il pollice curvo.

Come tute le fratture, dopo le cure mediche è importante seguire un rigido programma di riabilitazione, meglio se con fisioterapisti specializzati, chiamati anche terapisti della mano. La mano, oltre che come arma di difesa ed attacco, è sopratutto una parte fondamentale di noi stessi. Ripetuti traumi e fratture, unitamente ad una cattiva rieducazione funzionale, possono causare importanti problematiche che, nell'età adulta, porteranno sicuramente a gravi conseguenze della funzionalità dell'arto stesso, con tutte le inevitabili conseguenze del caso.

Vorrei concludere il post alleggerendo un poco l'argomento. Alcune volte è possibile vincere anche con una sola mano. Vi lascio quindi con le immagini della incredibile vittoria di Danny Williams che, nonostante una frattura ad una mano avvenuta durante l'ultimo round, riesce ad atterrare Mark Potter con un solo braccio, il sinistro. Tutto è possibile dunque.

Un saluto

Orco di Nana



Danny Williamson vs Mark Potter

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