Da ragazzi usavamo spesso dire "andiamo a giocare a pallone!" oppure a basket, pallavolo, ma mai abbiamo usato la frase "andiamo a giocare alla boxe". Giocare alla boxe diventava immediatamente rissa, e la cosa si faceva seria, anche se ancora eravamo dei bambini.
La boxe è uno di quei pochi sport in cui puoi perdere la vita, non per incidenti, ma per volontà del tuo avversario. Certo nessuno (o quasi) tra i pugili professionisti ha come obiettivo quello di uccidere il suo avversario, ma la peculiarità di questo sport, unito alla foga del momento, può scatenare una sorta di trance agonistica in cui il pugile non è di fatto in grado totalmente di intendere e di volere,e perda il controllo della situazione. Lo è un esempio la morte di Benny "Kid" Paret ad opera di Emile Griffith.
Video sconsigliabile ad un pubblico sensibile
Mentre il pugilato non agonistico ha ferree regole per quanto riguarda la sicurezza degli atleti, così non lo è per i professionisti, non per carenze di controllo medico o di prevenzione degli infortuni, molto più spesso alcuni pugili, anche in età avanzata e con molti pugni presi nella carriera, affrontano in combattimenti spesso al limite del patetico, avversari che nella migliore delle ipotesi devono fare punti per il ranking mondiale o nazionale, il più delle volte tempestandoli di colpi per tutto l'incontro. Tutto questo per due cose fondamentali, i soldi e l'orgoglio. Prendere pugni fa male, prendere pugni in età avanzata fa molto più male. Ogni atleta deve quindi farsi un esame della coscienza e capire quando è il momento di fermarsi o addirittura di ritirarsi. Pochi atleti vivono nel lusso di boxe, i più non riescono nemmeno a pagarci l'affitto di casa. Con la boxe non si mangia. Questo squilibrio genera tuta una serie di potenziali pugili pronti a tutto pur di accaparrarsi una borsa che magari gli consenta di mandare i figli a scuola. In questo credo che un po tutte le federazioni pugilistiche dovrebbero cercare soluzioni che impediscano di fatto determinate situazioni a rischio, sia irrigidendo i controlli medici dopo KO e incontri molto duri, sia anche con contributi economici a chi debba sospendere o smettere l'attività.
Passiamo adesso ad analizzare quali sono i principali infortuni e malattie professionali in ambito pugilistico.
Contusioni
La contusione è la lesione prodotta da un corpo smusso che colpisce violentemente o ripetutamente i tessuti, senza provocare la rottura della guaina che li riveste. La contusione può verificarsi nelle parti molli superficiali ma anche a carico di un organo interno (fegato o rene).
Nel pugilato due sono le contusioni caratteristiche, l'Otoematoma (od orecchio a cavolfiore) e la sclerosi zigomatica dei pugili, Il primo è di solito determinato da un colpo diretto che, parzialmente schivato, colpisce l'orecchio di striscio. La seconda si riscontra nei pugili di lunga carriera, si tratta di una fibrosclerosi nel connettivo sottocutaneo, in corrispondenza dello zigomo, in cui la cute si presenta ispessita con una particolare sporgenza che contribuisce a costituire quella che possiamo definire la "facies" del pugile, insieme al naso schiacciato.
Rocky Marciano, la faccia da pugile |
Orecchio a cavolfiore |
Borsiti
Le borse sierose sono formazioni anatomiche che hanno l'azione di facilitare l'azione dei muscoli e dei tendini e il movimento articolare. Un trauma diretto unico, oppure microtraumi ripetuti possono procurare l'infiammazione di tali apparati. Nel pugilato possono avvenire borsiti della spalla, difficilmente causata da un trauma contusivo unico, che è causa di dolore persistente con limitazione della potenza e della contrazione muscolare.
L'articolazione della spalla |
Ferite
La definizione di ferita è "soluzione della continuità dei tegumenti causata da azione meccanica violenta", in pratica, un taglio. Sono di varia natura (da taglio, punta, lacere, contuse, con margine rotondo, ecc)
Sono rare le ferite tipiche da sport, tranne che nel pugilato, dove la ferita all'arcata sopraccigliare ne è un chiaro esempio. Il pugno, rivestito dal guantone, non potrebbe di per se provocare la ferita. Essa è causata infatti dalla pressione sull'arcata orbitaria, che in alcuni soggetti è particolarmente sporgente o tagliente. Anche se apparentemente sembrano limitate alla superficie, molto più spesso interessano gli strati profondi fino all'osso, tendendo ad allargarsi in profondità. Quindi una ferita superficiale molto piccola di solito ne nasconde una molto più ampia al di sotto della stessa.
Una classica ferita all'arcata sopraccigliare |
Lesioni Muscolari Acute
Sono lesioni muscolari di varia gravità il cui denominatore comune è costituito da un aumento improvviso e violento della tensione interna del muscolo, tale da vincere la resistenza elastica di esso o del tendine corrispondente, provocandone la rottura, totale o parziale, delle sue fibre.
Nel pugilato i muscoli interessati a stiramenti o strappi sono il bicipite, l'inserzione distale del toraco-brachiale, il sopraspinoso, il retto addominale ed i muscoli pettorali.
Ampia lesione muscolare toraco-brachiale |
Lesioni Muscolari Croniche
Sono causate da azioni microtraumatiche ripetute, ad effetto cumulativo. Conosciute con il termine di mioestensiti o estensiti, in quanto colpiscono prevalentemente l'apparato mio-estensico. Nel pugilato la più conosciuta è sicuramente la glass-arm o braccio di vetro. Si tratta di una mioestensite di uno o più muscoli del cingolo scapolare, come il grande e piccolo rotondo, il sovraspinoso all'inserzione dell'omero, il tendine del capo lungo del bicipite, l'inserzione distale del deltoide, il grande dorsale. Possono verificarsi anche mioestensiti del gomito e distale dei muscoli radiali.
I muscoli della Spalla |
Fratture
E' l'interruzione della continuità di un osso. I meccanismi con cui si provoca una frattura sono quattro e cioè flessione, torsione, pressione e trazione. L'arto superiore costituisce nel pugilato l'arma di offesa e di difesa. La mano è dunque sottoposta ad una serie di traumi, donde la frequenza e la grande varietà delle lesioni che in essa si riscontrano. La frattura della base del primo metacarpo è di gran lunga la più frequente. Si verifica portando un colpo in maniera irregolare, dove la superficie di impatto, invece di essere formata dalle teste degli ultimi quattro metacarpi, è costituita dal bordo radiale del pugno e, conseguentemente, dal primo metacarpo, il quale viene forzato in adduzione e flessione, fratturandosi nella sua parte meno mobile, cioè alla base. Altre sono la frattura di Bennet e la frattura di Rolano. Seguono, per ordine di frequenza, quella della base del primo metacarpo, le fratture diafisarie e delle falangi. Fra le lesioni di natura microtraumatica, rientra la tipica deformazione del primo metacarpo della mano dei pugili, descritto con il nome di pollice curvo. Anche tipica è la frattura dell'ulna, per parata con l'avambraccio.
Possiamo avere anche fratture delle ossa della faccia, ossa nasali o setto. Si verificano perlopiù per colpo diretto tangenziale. La frattura della mandibola è anch'essa molto frequente, per colpo diretto, in corrispondenza dell'angolo della mandibola.
Per il tronco, più che fratture costali, sono da menzionare le fratture delle cartilagini condro-costali.
Lesioni Articolari
Le distorsioni e le lussazioni sono lesioni che si verificano in un articolazione quando questa compie, attivamente o passivamente, un movimento che oltrepassa i limiti di normale mobilità che a quella articolazione sono concessi dalla sua struttura anatomica.
Nel pugilato tali evenienze sono spesso a carico del gomito e del polso.
Altra lesione tipica del pugilato è la contusione del carpo, dovuta alle ripetute sollecitazioni che le varie articolazioni del carpo subiscono nell'atto in cui il pugno del pugile raggiunge l'obiettivo. L'esito di tali contusioni è in genere costituito dal carpe bossu, che è una tipica lesione della mano dei pugili.
carpe-bossu, tipica mano del pugile |
Lesioni degli organi interni
Il cranio è naturalmente il più esposto a traumi di vario genere. Gli occhi innanzitutto possono subire traumi con diversi livelli di gravità, fino alla cecità. Il cervello invece subisce l'azione di onde traumatiche che dalla sede del colpo si trasmettono alla massa cerebrale, e sono tanto più ampie quanto più ampia è la zona colpita. Inoltre, a seconda della direzione, il capo sarà sottoposto a movimenti in senso lineare trasversale o rotatorio dall'avanti all'indietro. La massa encefalica sarà pertanto sottoposta ad una serie di brusche accelerazioni o decelerazioni. Tali azioni, con meccanismo cumulativo, possono portare ad effetti lesivi sulla massa cerebrale tali da scatenare l'encefalopatia da pugilato, conosciuta anche come demenza pugilistica o encefalopatia traumatica cronica, che è neurobiologicamente simile al morbo di Alzheimer.
Altre lesioni alla massa cerebrale possono causare eventi acuti quali una commozione cerebrale, in cui il cervello viene scosso all'interno della scatola cranica (da commotio = scuotimento), oppure una più grave contusione cerebrale, dove avviene una lesione della massa cerebrale, fino alla compressione cerebrale, da parte di una raccolta di sangue che non può uscire all'esterno, evento potenzialmente letale.
Altri traumi ad organi interni possono essere al polmone o pleura, in occasione di fratture costali, oppure all'addome, per rottura di organi cavi (stomaco, intestino) o pieni (milza, rene, fegato). Tutti questi eventi acuti molto gravi che, se non trattati in brevissimo tempo, possono portare alla morte.
Emile Griffith, morto recentemente, era affetto da encefalopatia traumatica cronica da molti anni
un saluto
Orco di Nana
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